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Parrocchia san Basilio Magno
Adorazione Eucaristica
Palermo, 13 ottobre 2017
Camminate nella luce
Canti di accoglienza e riflessione
L1 Dalla Prima lettera di san Giovanni apostolo (1,5-2,2)
Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Canto di esposizione
Silenzio di adorazione
Durante il silenzio di adorazione sottolinea le parole della Lettura, del Salmo o dei canti che ti sono serviti come testi di riferimento in questa meditazione.
Il Salmo 96(97) viene recitato a cori alterni tra solista e assemblea
Beato l'uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
Beato l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno.
A. Tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre gemevo tutto il giorno.
Giorno e notte pesava su di me la tua mano,
come per arsura d'estate inaridiva il mio vigore.
S. Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie colpe»
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato.
A. Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell'angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere.
S. Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza.
Ti farò saggio, t'indicherò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio.
A. Non siate come il cavallo e come il mulo
privi d'intelligenza;
si piega la loro fierezza con morso e briglie,
se no, a te non si avvicinano.
S. Molti saranno i dolori dell'empio,
ma la grazia circonda chi confida nel Signore.
Gioite nel Signore ed esultate, giusti,
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
Canto
Silenzio di adorazione
Traccia per la meditazione personale
Chi desidera può usufruire del testo che segue come guida alla riflessione personale
Oggi più che mai sappiamo che vivere nelle tende della “pastorale”, vuol dire non farsi lusingare dalle sirene dei potenti, ma dallo strazio degli ospedali da campo. Vuol dire essere vicini, e non superiori; essere dalla parte di chi è affaticato, oppresso, umiliato e non abitare nelle regge dei ricchi e dei gaudenE tutto questo non per una scelta ideologima per una necessaria, difficile fedeltà alla sconvolgente parola pronunziata da Gesù sulla montagna della nuova Legge, dove egli ci ha detto una volta per tutte come il nostro Dio stia dalla parte dei deboli, dei piccoli, dei poveri (cfr. Mt 5,1-12). Nessuna lotta, nessuna ininessuna acrimonia in tutto questo. Ve l’ho ripetuto più volte in questi mesi: la Chiesa non ha nemici. Essa offre invece alle illusioni dei grandi e al dolore degli afflitti la Parola che per prima ha ricevuto e che salva la vita perché giunge al midollo (cfr. Eb 4,12), riporta cioè all’essenziale di se stessi, consente ad ognuno di ritrovare la propria realtà umana sia sotto le maschere del potere come dentro il pietrifidel dolore. È questo infatti il messaggio del nostro Signore che portiamo a tutti: «Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10); «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11).
Pastorale è allora, in una sola parola, “prencura”: di ogni donna, di ogni uomo, della storia dell’umanità come eventi dello Spirito. Di ogni casa, e della terra tutta come nostre dimore. «Questo vuol dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualità della vita dei più poveri, con un senso di solidarietà che è allo stesso tempo consapevodi abitare una casa comune che Dio ci ha affidato» (Francesco, Laudato si’, 232).
Prendersi cura vuol dire per i cristiani donare una relazione, perché da una relazione siamo stati generati; abbracciare e custodire un corpo, perché nella carne di Gesù siamo stati salvaessere aperti alla parola di tutti, alle idee e alle culture di ognuno, perché di dialogo e di ascolto siamo nutriti giorno per giorno. Alla sequela di Gesù di Nazareth, il Re Messia, il Figlio dell’Uomo salito sul trono glorioso della croce per riportare all’abbraccio benedicente di Dio ogni creatura, e in primo luogo tutti noi che conosciamo nella diaspora della vita la dispersione del peccato. Lui dobbiamo anl’inviato del Padre, il compagno di viaggio invisibile ma immancabile, la parola che illumina il nostro amore, consola il nostro dolore, ci apre alla speranza e riscalda il nostro cuore.
«Egli è il centro della storia e del mondo; Egli è Colui che ci conosce e che ci ama; Egli è il compagno e l’amico della nostra vita; Egli è l’uomo del dolore e della speranza; Egli è il Pane, la fonte d’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete; Egli è il Pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. Come noi, e più di noi, Egli è stato piccolo, povero, umiliato, lavoratore, die paziente. Per noi, Egli ha parlato, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore ed i piansono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli. Egli è il Re del nuovo mondo; Egli è il segreto della storia; Egli è la chiave dei nodestini; Egli è il mediatore, il ponte, fra la terra e il cielo; Egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perché Egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, e madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Cormistico. Gesù Cristo!» (Paolo VI, Omelia, Manila, 29 novembre 1970).
(Corrado Lorefice, Scrivo a voi padri, scrivo a voi giovani,
Lettera pastorale 2017)
La preghiera silenziosa viene alternata dai canti
Canti
Dal «Commento alla 1 Lettera di Giovanni» di sant’Agostino,
vescovo (1,3)
L1. E' questo il nostro annuncio:Che Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.Chi oserebbe dire che in Dio ci sono tenebre? Ma che cosa si intende per luce, che cosa per tenebre? Non deve capitare di stabilire nozioni che abbiano qualche legame con la nostra vista materiale.Dio è lucedice uno qualsiasi, ma anche il sole è luce, anche la luna è luce, anche la lucerna è luce. La luce di Dio deve essere evidentemente qualcosa di superiore a queste luci, di più prezioso ed eccellente. Tanto questa luce deve essere al di sopra delle altre, quanto la creatura dista da Dio, quanto il creatore dalla sua creazione, la sapienza da ciò che per suo mezzo fu fatto.
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti
qui per dirti che Tu sei il mio Dio.
E solo Tu sei santo, sei meraviglioso
degno e glorioso sei per me.
L2. Potremo essere vicini a questa luce, se conosceremo quale essa sia, se ad essa ci accosteremo per esserne illuminati; poiché in noi stessi siamo tenebre, ma, illuminati da essa, possiamo divenire luce e non essere dalla luce confusi, dato che siamo da noi stessi confusi. Chi è confuso da se stesso? Chi si riconosce peccatore. Chi non è confuso dalla luce? Chi ne è illuminato. Ma che significa essere illuminati? Chi s'accorge di essere ricoperto delle tenebre dei peccati e brama essere rischiarato da quella luce, ad essa s'accosta. Perciò dice il salmo:Accostatevi a lui e siatene illuminati e i vostri volti non arrossiranno(Sal 33, 6). Ma non arrossirai di essa, se nel momento in cui ti rivelerà ripugnante a te stesso, sentirai dispiacere di questo tuo stato e capirai quanto è bella quella luce.
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti...
L3. Se Dio è luce e in lui non ci sono tenebre e noi dobbiamo associarci a lui, le tenebre che sono in noi devono essere disperse, affinché in noi ci sia la luce; tenebre e luce non possono stare insieme. Fa perciò attenzione a ciò che segue:Se noi diremo di essere una sola cosa con lui ma camminiamo nelle tenebre siamo mentitori(1 Gv 1,6). Tu sai che anche Paolo dice:Che comunanza c'è tra luce e tenebre?(2 Cor 6, 14). Tu sostieni di vivere con Dio e poi cammini nelle tenebre. MaDio è luce e in lui non ci sono tenebre.Come è possibile una convivenza tra luce e tenebre? Ognuno perciò dica: Che posso fare? [...] Dobbiamo associarci a Dio, poiché non esiste altra speranza di vita eterna.
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti...
Chi desidera può innalzare una preghiera al Signore; l’assemblea risponde con il canto:
Meraviglioso sei. Per l'eternità, il canto mio sarai.
Hai conquistato ogni parte di me. Meraviglioso sei.
Padre nostro...
G. Donaci, o Padre, la luce della fede
e la fiamma del tuo amore,
perché adoriamo in spirito e verità
il nostro Dio e Signore, Cristo Gesù,
presente in questo santo sacramento.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
A. Amen.
Le acclamazioni vengono recitate all’unisono da tutta l’Assemblea
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e madre.
Benedetto San Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Canto finale