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Parrocchia san Basilio Magno
Adorazione Eucaristica
Palermo, 9 febbraio 2018
Questa è la vittoria che ha vinto il mondo:
la nostra fede
Canti di accoglienza e riflessione
L1 Dalla Prima lettera di san Giovanni apostolo (5,1-5)
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti,é in questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede.
5chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Canto di esposizione
Silenzio di adorazione
Durante il silenzio sottolinea le parole della Lettura, del Salmo o dei canti che ti sono serviti come testi di riferimento in questa meditazione.
Il Salmo 26(27) viene recitato a cori alterni tra due solisti e assemblea
S. Il Signore è mia luce e mia salvezza,di chi avrò paura?Il Signore è difesa della mia vita,di chi avrò timore?
A. Quando mi assalgono i malvagiper straziarmi la carne,sono essi, avversari e nemici,a inciampare e cadere.
S. Se contro di me si accampa un esercito,il mio cuore non teme;se contro di me divampa la battaglia,anche allora ho fiducia.
A. Una cosa ho chiesto al Signore,questa sola io cerco:abitare nella casa del Signoretutti i giorni della mia vita,per gustare la dolcezza del Signoreed ammirare il suo santuario.
S. Egli mi offre un luogo di rifugionel giorno della sventura.Mi nasconde nel segreto della sua dimora,mi solleva sulla rupe.
A. E ora rialzo la testasui nemici che mi circondano;immolerò nella sua casa sacrifici d'esultanza,inni di gioia canterò al Signore.
S. Ascolta, Signore, la mia voce.Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»;il tuo volto, Signore, io cerco.
A. Non nascondermi il tuo volto,non respingere con ira il tuo servo.Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
S. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,ma il Signore mi ha raccolto.
A. Mostrami, Signore, la tua via,guidami sul retto cammino,a causa dei miei nemici.
S. Non espormi alla brama dei miei avversari;contro di me sono insorti falsi testimoniche spirano violenza.
A. Sono certo di contemplare la bontà del Signorenella terra dei viventi.Spera nel Signore, sii forte,si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.
Canto
Silenzio di adorazione
Traccia per la meditazione personale
Chi desidera può usufruire del testo che segue come guida alla riflessione personale
Il Salmo 26 ha come sfondo il tempio di Sion, infatti il Salmista parla esplicitamente di «casa del Signore», di «santuario» (v. 4), di «rifugio, dimora, casa» (cf vv. 5-6). Anzi, nell’originale ebraico questi termini indicano più precisamente il «tabernacolo» e la «tenda», ossia il cuore stesso del tempio, dove il Signore si svela con la sua presenza e la sua parola.
Una lotta simbolica
La prima parte del Salmo è segnata da una grande serenità, fondata sulla fiducia in Dio nel giorno tenebroso dell’assalto dei malvagi. Le immagini usate per descrivere questi avversari, che sono il segno del male che inquina la storia, sono di due tipi. Da un lato, sembra che ci sia un’immagine di caccia feroce: i malvagi sono come belve che avanzano per ghermire la loro preda e straziarne la carne, ma inciampano e cadono (cf v. 2). Dall’altro lato, c’è il simbolo militare di un assalto compiuto da un’intera armata: è una battaglia che divampa impetuosa seminando terrore e morte (cf v. 3).
La vita del credente è spesso sottoposta a tensioni e contestazioni, talora anche a un rifiuto e persino alla persecuzione. Il comportamento dell’uomo giusto infastidisce, perché risuona come un monito nei confronti dei prepotenti e dei perversi. Lo riconoscono senza mezzi termini gli empi descritti dal Libro della Sapienza: il giusto «è diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti; ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita è diversa da quella degli altri, e del tutto diverse sono le sue strade» (Sap 2,14-15).
Il Dio della vita
Il fedele è consapevole che la coerenza crea isolamento e provoca persino disprezzo e ostilità in una società che sceglie spesso come vessillo il vantaggio personale, il successo esteriore, la ricchezza, il godimento sfrenato. Tuttavia egli non è solo e il suo cuore conserva una sorprendente pace interiore, perché – come dice la splendida «antifona» d’apertura del Salmo – «il Signore è luce e salvezza, è difesa della vita» del giusto (Sal 26,1). Egli ripete continuamente: «Di chi avrò paura?... Di chi avrò timore?... Il mio cuore non teme... Anche allora ho fiducia» (vv. 1.3).Sembra quasi di ascoltare la voce di San Paolo che proclama: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» (Rm 8,31). Ma la quiete interiore, la fortezza d’animo e la pace sono un dono che si ottiene rifugiandosi nel tempio, ossia ricorrendo alla preghiera personale e comunitaria.
Sorgente della pace
L’orante, infatti, si affida alle braccia di Dio e il suo sogno è espresso anche da un altro Salmo (cf 22,6): «Abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita». Là egli potrà «gustare la dolcezza del Signore» (Sal 26,4), contemplare e ammirare il mistero divino, partecipare alla liturgia sacrificale ed elevare le sue lodi al Dio liberatore (cf v. 6). Il Signore crea attorno al suo fedele un orizzonte di pace, che lascia al di fuori lo strepito del male. La comunione con Dio è sorgente di serenità, di gioia, di tranquillità; è come entrare in un’oasi di luce e di amore.
Il nostro rifugio
Ascoltiamo ora, a sigillo della nostra riflessione, le parole del monaco Isaia, di origini sire, vissuto nel deserto egiziano e morto a Gaza verso il 491. Nel suo Asceticon egli applica il nostro Salmo alla preghiera nella tentazione: «Se vediamo i nemici circondarci con la loro furbizia, cioè con l’accidia, sia che indeboliscano la nostra anima nel piacere, sia perché non conteniamo la nostra collera contro il prossimo quando agisce contro il suo dovere, oppure se aggravano i nostri occhi per portarli alla concupiscenza, o se vogliono condurci a gustare i piaceri della gola, se rendono per noi come un veleno la parola del prossimo, se ci fanno svalutare la parola altrui, se ci inducono a far differenze tra i fratelli dicendo: “Questi è buono, quest’altro è cattivo”: se dunque tutte queste cose ci circondano, non perdiamoci di coraggio, ma gridiamo piuttosto come Davide con cuore fermo dicendo: “Signore, protettore della mia vita!” (Sal 26,1)» (Recueil ascétique, Bellefontaine 1976, p. 211).
(cfr. Giovanni Paolo II, Commento al Salmo 26, 22.03.2004)
La preghiera silenziosa viene alternata dai canti
Canti
Dal «Commento alla 1 Lettera di Giovanni» di sant’Agostino,
Vescovo.
L1. Chi crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio(1 Gv 5, 1). Chi è colui che non crede che Gesù è il Cristo? Chi non vive così come Cristo ha comandato. Molti dicono infatti: io credo; ma la fede senza le opere non ci salva. L'amore stesso è opera di fede, secondo le parole di Paolo apostolo:la fede che opera attraverso l'amore(Gal 5, 6). Le tue opere precedenti alla fede o non erano buone o, se tali sembravano, erano inutili. Se non avevi opere buone, tu eri come un uomo senza piedi o incapace di camminare a causa dei piedi piagati. Se invece le tue opere sembravano buone, prima che tu avessi la fede, certo correvi ma fuori strada, e dunque vagavi più che tendere alla meta. Dobbiamo dunque correre ma sulla giusta strada.
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti
qui per dirti che Tu sei il mio Dio.
E solo Tu sei santo, sei meraviglioso
degno e glorioso sei per me.
L2. Chi corre fuori strada, corre inutilmente, anzi lo fa con danno. Tanto più esce di strada, quanto più corre lontano da essa. Quale è la strada sulla quale noi dobbiamo correre? Cristo disse:Io sono la via.Quale è la patria verso la quale corriamo? Cristo disse:Io sono la verità(Gv 14, 6). Noi corriamo sulla strada che è lui e corriamo alla meta che è lui ed in lui troviamo il nostro riposo. Ma appunto perché ci servissimo di lui come della nostra strada, egli è arrivato fino a noi, che eravamo lontani da lui e andavamo errando fuori strada. E' poco dire che erravamo lontano; in realtà, a causa del nostro languore, non potevamo neppure muoverci.
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti...
L3. Egli venne a noi, quale medico agli ammalati, quale via aperta a noi pellegrini. Che ci sia dato di avere da lui la guarigione, e camminare per suo mezzo. Questo significa credere che Gesù è il Cristo, così come fanno quei cristiani che non sono cristiani solo di nome ma lo sono coi fatti e con la vita .
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti...
L4. Che cosa significa credere che Gesù è il Cristo? Giovanni aggiunge:Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio.Ma che cosa significa credere ciò?Chiunque ama colui che ha generato, ama anche colui che è stato generato(1 Gv 5, 1). Giovanni ha subito collegato la fede con l'amore, perché senza l'amore la fede è vana.
A. Sono qui a lodarti, qui per adorarti...
Padre nostro...
Canto durante l’incensazione
G. O Dio, che nel mistero eucaristico ci hai dato il pane vero disceso dal cielo, fa' che viviamo sempre in te con la forza di questo cibo spirituale e nell'ultimo giorno risorgiamo gloriosi alla vita eterna.Per Cristo nostro Signore.
A. Amen.
Le acclamazioni vengono recitate all’unisono da tutta l’Assemblea
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e madre.
Benedetto San Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Canto