Parrocchia San Basilio Magno


Vai ai contenuti

Menu principale:


Creati per diventare Dio per grazia.

San Basilio Magno

SAN BASILIO MAGNO: CREATI PER DIVENTARE DIO PER GRAZIA


Domanda: "Che cos'è l'uomo?" e "che cosa ci faccio io su questo mondo?",
sapete che cosa risponde san Basilio: "L'uomo è una creatura che ha ricevuto da Dio l'ordine di diventare Dio per grazia".

Basilio nacque a Cesarea di Cappadocia (attuale Turchia) nel 329. Da una famiglia agiata dal lato economico, e ricchissima sul versante culturale, spirituale e propriamente cristiano. Basilio respirò fin dalla più tenera età il pensare, l'agire e tutti i valori legati alla religione cristiana, valori vissuti anche a costo di sacrifici. I suoi nonni paterni ad esempio godevano dell'aureola di martirio, perché durante la persecuzione di Massimino per sette lunghi anni avevano vissuto nascosti sui monti e nei boschi.

Basilio subì grandemente l'influenza della nonna Macrina e anche della sorella con lo stesso nome (dirigeva una comunità di compagne in una specie di monastero, è diventata poi santa). Questa aveva un grande ascendente sul fratello e fu lei stessa a sollecitarlo a ricevere il battesimo invitandolo a porre fine alla vanità di una scienza umana e dedicarsi a Dio. Basilio ebbe la possibilità di studiare prima a Cesarea, poi a Costantinopoli e infine ad Atene, allora uno dei principali centri culturali. Qui conobbe Gregorio Nazianzeno. I due diventarono grandi amici: ambedue vescovi, dottori della Chiesa e santi. Conobbe ad Atene anche un certo Giuliano (la storia lo chiamerà Giuliano l'Apostata).
Attirato dall'ideale monastico, viaggiò molto visitando monaci ed eremiti palestinesi, egiziani e armeni. Rimase fortemente ammirato e attratto dalla loro scelta. E divenne monaco. Ma Basilio, da persona intelligente e acuta che era, notò che mancava qualcosa. Questi monaci amavano in maniera radicale Dio con tanti sacrifici; la loro vita ascetica era ineccepibile ed encomiabile.

Basilio aveva intuito che per amare Dio non bastava solo la contemplazione, ci voleva anche l'azione fatta di istruzione ai poveri e di molteplici opere di carità, e magari anche esercitare l'amore del prossimo sopportando i propri fratelli nella vita comunitaria.
Da questa sua esperienza e riflessione nacque il progetto del
"cenobio" (= vita in comune).

Ordinato sacerdote nel 364 diventò per un po' di tempo collaboratore del vescovo Eusebio di Cesarea, finché alla sua morte ne raccolse l'eredità pastorale. Non era ricco di anni (ne aveva 40) ma lo era di esperienza, di cultura, di coraggio e di santità. Tutte caratteristiche che dimostrò subito. Prima di tutto nel resistere all'imperatore ariano Valente, che difendeva l'arianesimo (una eresia dirompente per il Cristianesimo).


È interessante la risposta che Basilio diede al governatore Modesto: questi aveva tentato in tutti i modi di fargli sottoscrivere una dichiarazione pro ariana minacciandolo di rappresaglie, in quanto il suo atteggiamento ribelle contro l'imperatore non l'aveva mai tenuto nessuno. Basilio gli rispose: "Forse perché non ti sei mai imbattuto in un vescovo". Aveva ragione. Vescovi della tempra, cultura e santità di Basilio non ce ne erano in giro.

Quasi viene da ridere al pensare ai due contendenti: l'imperatore Valente, con tutta la sua potenza e potere politico, contro un vescovo mingherlino, povero e malaticcio, armato solo della sua cultura e fede in Dio. Chi vincerà il duello? Strano ma il più forte cedette. Valente capì chi aveva davanti e... lasciò fare. Con disappunto del governatore Modesto. Anzi, ironia della sorte, più tardi fece ricorso proprio a lui per mettere pace fra alcune chiese, donandogli come regalo dei poderi.


Torna ai contenuti | Torna al menu