Parrocchia San Basilio Magno


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La "Basiliade"

San Basilio Magno

La "Basiliade": la "città di Basilio" per i malati


Quei terreni li adoperò per costruire una cittadella della sofferenza e della speranza (una specie di Cottolengo "ante litteram").
Il popolo la chiamò "Basiliade" ovvero "la Città di Basilio".
E Basilio ne fu il motore intelligente e pieno di energia.

Il concetto di ospedale non è moderno, non è figlio del solito illuminismo o della scienza figlia della ragione. La Basiliade era un complesso grandioso con vari reparti, secondo le diverse malattie, per evitare contagi. Particolare cura era riservata ai malati di lebbra, normalmente abbandonati anche dai parenti. Basilio era un grande organizzatore (qualcuno l'ha definito "l'ultimo dei Romani').

Diceva che tutti anche i malati erano chiamati a "diventare Dio" per grazia... di Dio.
Aveva organizzato bene anche la carità per finanziare la sua città-ospedale senza aspettare il ministero della Sanità dell'Impero Romano.

E qui ritorna in ballo Giuliano al massimo della carriera: era imperatore.
Questi sentendo parlare della Basiliade si infuriò con i suoi governatori perché pur essendo pieni di denaro pubblico e di "risorse umane" (leggi schiavi) non erano riusciti a realizzare qualcosa di simile, a differenza di quel monaco spiantato di soldi e di schiavi ma ricco di... Provvidenza.

Giuliano aveva dimenticato qualcosa o meglio Qualcuno in cui non credeva più: Dio.

Anche all'uomo di oggi san Basilio propone l'immagine di un Dio non solo non invidioso dell'uomo o tiranno su di lui, ma un Dio che ha a cuore la sua grandezza e felicità. L'obiettivo di questo Dio è di "collaborare" alla grandezza e alla felicità dell'uomo.
Per cui l'uomo,
ogni uomo, è chiamato a "diventare Dio per grazia" di Dio.

Ecco la sfida che, secondo san Basilio, Dio lancia all'uomo di tutti i tempi.


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