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Emergenza Corona Virus > Aprile 2020
Riflessione del 06 04 2020 LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
Vangelo Gv 12,1-11
Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
Il racconto dell’unzione di Betània è uno di più delicati del Vangelo di Giovanni. Segna l’inizio dell’ultima settimana di Gesù: è la luce che illumina ciò che il Signore è venuto a compiere a Gerusalemme; è il principio della creazione nuova. Questa donna è la prima che fa qualcosa per Gesù, per questo lui se ne compiace e le dice che ha fatto “????? ?a???” “un’opera bella” (Mc 14,6; Mt 26,10).
Lo svolgimento dell’azione e il comportamento dei protagonisti procede con naturalezza. Mentre si sta consumando la cena e Marta pensa al servizio dei commensali, Maria, la sorella di Lazzaro, “prese una libbra di unguento profumato di nardo puro, molto prezioso” (v. 3) e unge i piedi del Maestro asciugandoli con i suoi capelli.
Il nardo che questa donna sta usando, è un profumo molto prezioso, solitamente viene dall’India e la qualità migliore cresce sulle pendici dei monti a 5.000 metri. La sua caratteristica è che l’essenza si estrae dalle radici dunque, per dare un profumo particolarmente gradito, il fiore muore, deve “donare se stesso”. Oltre l’esplicita simbologia sul senso della morte di Gesù, si comprende anche la preziosità e il costo che Giuda ha valutato per 300 denari, cioè l’equivalente del salario di un operaio agricolo per 300 giornate lavorative.
Questo episodio è raccontato anche dai Vangeli sinottici, Marco e Matteo lo riferiscono, come Giovanni, nel quadro dell’ultima settimana; un episodio analogo è raccontato da Luca ma avvenuto in Galilea e ha come protagonista una peccatrice. Ora, in Marco e Matteo, l’unzione viene fatta sul capo di Gesù, cosa che sembra un omaggio reso agli invitati di riguardo (cfr. Sal 133,1s; Is 23,5; Qo 9,8. Questa unzione si faceva ordinariamente prima del pasto); tale omaggio ha potuto assumere gradatamente il senso di un’investitura messianica. Mentre, l’unzione dei piedi (che troviamo in Gv e Lc), non la si ritrova in altri luoghi nella letteratura giudaica, questo fa supporre che sia un fatto autentico.
Certamente rimane una difficoltà, la peccatrice di Luca (Lc 7,38) che unge i piedi del Maestro, li bagna con le lacrime e li asciuga con i capelli, è espressione del suo pentimento, ma non possiamo attribuire a Maria la stessa motivazione. Dunque, qual è il senso dell’unzione fatta da Maria?
Dicevamo all’inizio che Maria è elogiata da Gesù per “un’opera bella” e, l’opera bella per eccellenza è che la creazione ritrovi la sua bellezza originaria da cui e scaturita: “finalmente una creatura risponde all’amore del suo Creatore!” in questo gesto la creazione raggiunge il fine per cui è fatta. Dio è amore amante, presente dovunque è amato. Ciò che da sempre avviene tra il Padre e il Figlio, ora accade sulla terra tra il Signore e questa donna. Si potrebbe allora fare un parallelismo di questa scena con la lavanda dei piedi (Gv 13); se Maria con questo gesto manifesta la risposta all’amore, Gesù, nel lavare i piedi, vuole accorciare le distanze con i suoi discepoli, li vuole rendere partecipi della propria eredità. Lava i piedi ad ognuno, perché con ogni discepolo desidera raggiungere questa circolarità di amore: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità” (Gv 17,23).
Di fronte all’amore di Maria si contrappone la figura di Giuda: “Perché questo unguento non si è venduto per 300 donati e non si sono dati ai poveri?” (v. 5). Questo discepolo è l’esempio tipico dell’egoismo e dell’avidità di denaro. Se Maria svaluta il denaro preferendo l’amore, per Giuda è tutto il contrario, fonda ogni cosa su sostanze e ricchezze.
Gesù da un significato grande a questo gesto di Maria, è prefigurazione del suo mistero, è segno profetico riguardante la sua prossima morte e sepoltura; si tratta però di un annuncio in cui è implicita la sua risurrezione, perché Maria unge il Vivente. Cioè, Nicodemo ungerà il corpo morto di Gesù (19,39s) mentre Maria lo unge mentre è “vivo”; richiama la risurrezione, lui è il “Cristo”, l’“Unto” vivente in eterno.
Oggi, alle 12.00 celebrerò la divina Eucaristia in comunione con tutti voi